Proteste, flash mob e blitz , gli studenti tornano in piazza
.
.
Mobilitazioni da domani in 50 città italiane, a cominciare da Roma, in vista dello sciopero generale indetto dalla Cgil per il 6 maggio. Coinvolte anche le scuole elementari con occupazione e raccolta firme alla Sapienza
"Per il diritto allo studio, un nuovo welfare e il libero accesso alla cultura" gli studenti tornano in piazza. Già da domani, e in vista dello sciopero generale convocato dalla Cgil per il 6 maggio. A chiamare l'adunata è stata l'Unione degli studenti che ha lanciato mobilitazioni e iniziative in 50 città italiane, a cominciare da Roma. Qui, come a Milano, Torino, Bari, Genova e Reggio Calabria, andranno in scena blitz, azioni e falsh mob a sorpresa. Mentre, ad esempio, a Napoli, Avellino, Salerno e Caserta i liceali scenderanno in piazza per dare vita a presidi in luoghi simbolo o veri e propri cortei.
"Il tema principale di quello che abbiamo ribattezzato 'Student in action day' sarà il welfare - spiega Jacopo Lanza dell'esecutivo nazionale dell'Uds - Un tema dunque che riguarda anche lo sciopero generale, declinato ovviamente dal punto di vista studentesco. Sentiamo infatti la necessità di chiedere e di costruire un sistema di welfare completo che non significa solo l'aumento del numero e dei fondi delle borse di studio, ma anche servizi per gli studenti, per l'accesso alla cultura, per la mobilità, sia per gli universitari che per i medi, anche se con le dovute differenze".
Scuola pubblica. Ma le strade torneranno a riempirsi anche delle voci di dissenso allo smantellamento della scuola pubblica, dopo le ultime esternazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. I ragazzi del movimento non vogliono però farsi dettare tempi e azioni delle loro proteste "dall'alto". "Non esiste un momento dell'anno in cui si parla di istruzione e un momento in cui si tiene da parte - prosegue Jacopo Lanza - Quando la politica viene fuori con discorsi totalmente assurdi non possiamo non rispondere. Ma la difesa scuola pubblica non passa solo per la protesta ma anche per la costruzione di percorsi propositivi, come l'Altrariforma, e la richiesta di un nuovo welfare studentesco".
"Ci siamo seriamente stufati di dover difendere continuamente la scuola pubblica dagli attacchi del presidente del Consiglio - scrive, invece in un comunicato la Rete degli Studenti - il carattere pubblico di scuola ed università non deve essere messo in discussione né con le parole né con le riforme, è alla base della nostra Costituzione e del nostro Paese. Se il presidente Berlusconi è di un altro parere non può governare l'Italia e lo preghiamo di andare a casa".
Scuole elementari. Mercoledì 20 alle 15, invece, saranno insegnanti e genitori delle scuole elementari della Capitale a manifestare per chiedere il ritiro dell'ultima tranche di tagli agli organici previsti dal ministero dell'Istruzione, che il prossimo anno vedranno scomparire solo nelle scuole primarie del Lazio circa mille insegnanti.
Il Coordinamento delle scuole elementari di Roma ha, infatti, organizzato un presidio di protesta sotto il ministero dell'Istruzione di viale Trastevere, a cui parteciperanno anche i Cobas e l'Flc-Cgil. Tra gli effetti "pesantissimi e insostenibili" dei tagli denunciati dal Coordinamento, la progressiva scomparsa dei docenti specialisti in lingua inglese, la riduzione del tempo pieno, lo smembramento di alcune classi e il conseguente sovraffollamento delle altre. Conseguenze "gravi" che hanno spinto genitori, insegnanti e personale Ata della scuola Pietro Maffi di Torrevecchia a occupare l'istituto, da questa mattina fino a domani. "Dai noi è previsto il taglio di una classe funzionante a tempo pieno e di 5 insegnanti - spiega Domenico Montuori, dirigente amministrativo - Il che significa che dovremo smembrare una seconda elementare e dividere i bambini nelle altre. Inoltre, ci verranno concesse solo 4 prime, a fronte delle 5 richieste, che per forza di cose saranno dunque di 27 alunni e non ci consentiranno di rispettare il tetto dei 20 studenti previsto nelle classi frequentate da bambini con disabilità gravi". Ma non è tutto: "Per il prossimo anno non ci sono stati assegnati docenti specialisti di inglese, quindi a insegnare la lingua saranno anche maestri poco esperti, che hanno fatto corsi di formazione di poche ore". Un problema comune a moltissimi istituti romani, anche perché, come segnala il segretario della Flc Cgil di Roma e Lazio, Anna Fedeli, "in tutta la Provincia di Roma sono rimasti ormai solo 98 insegnanti specialisti (finora erano 445) e andiamo verso la totale estinzione".
Sapienza. In fermento anche la Sapienza, il cuore e la testa delle mobilitazioni studentesche d'autunno dove il dissenso però non si ferma. Su un fronte tutto interno si muove la petizione e la raccolta firme lanciata dal coordinamento universitario Link Roma, che va di pario passo con l'azione politica proposta a livello nazionale. Una campagna, lanciata a un anno esatto dalla nascita del nucleo capitolino del sindacato studentesco, per opporsi ai modi e alla sostanza con cui alla Sapienza si sta procedendo all'adeguamento dello Statuto alla nuova riforma targata Gelmini. Dietro lo slogan "Noi non ci adeguiamo", i ragazzi di Link hanno lanciato "dieci proposte, alcune provocatorie altre pratiche - spiega Elena Monticelli di Economia - per sottolineare che la Commissione chiamata a rivedere lo statuto è antidemocratica e non tiene conto delle voci del movimento. Inoltre, anche se riteniamo che la riforma non sia emendabile, abbiamo deciso di avanzare comunque delle ipotesi di revisione per evitare di dire no e basta".
Ecco in breve le proposte:
1. L'ingresso come esterni nel Consiglio di Amministrazione, previsti dalla legge, di un precario, Don Ciotti di Libera, Giulio Marcon di Sbilanciamoci.
2. L'elezioni del rettore a suffragio universale.
3. Una rappresentanza studentesca nei dipartimenti, dove si prenderanno importanti decisioni sulla didattica.
4. L'istituzione di un Consiglio degli Studenti.
5. Assemblee di facoltà obbligatorie con sospensione della didattica.
6. L'istituzione del referendum studentesco come strumento di ratifica di decisioni altrimenti imposte dall'alto.
7. L'obbligo di discutere negli organi competenti le proposte frutto dell'iniziativa studentesca.
8. Il bilancio partecipato come forma di trasparenza.
9. L'istituzione dello Statuto dei diritti e dei doveri degli studenti.
10. Più trasparenza nella gestione degli organi istituzionali con documenti liberamente accessibili a tutti.
di VIOLA GIANNOLI e SARA GRATTOGGI
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/04/18/news/flash_mob_e_blitz_da_domani_gli_studenti_tornano_in_piazza-15089616/
"Per il diritto allo studio, un nuovo welfare e il libero accesso alla cultura" gli studenti tornano in piazza. Già da domani, e in vista dello sciopero generale convocato dalla Cgil per il 6 maggio. A chiamare l'adunata è stata l'Unione degli studenti che ha lanciato mobilitazioni e iniziative in 50 città italiane, a cominciare da Roma. Qui, come a Milano, Torino, Bari, Genova e Reggio Calabria, andranno in scena blitz, azioni e falsh mob a sorpresa. Mentre, ad esempio, a Napoli, Avellino, Salerno e Caserta i liceali scenderanno in piazza per dare vita a presidi in luoghi simbolo o veri e propri cortei.
"Il tema principale di quello che abbiamo ribattezzato 'Student in action day' sarà il welfare - spiega Jacopo Lanza dell'esecutivo nazionale dell'Uds - Un tema dunque che riguarda anche lo sciopero generale, declinato ovviamente dal punto di vista studentesco. Sentiamo infatti la necessità di chiedere e di costruire un sistema di welfare completo che non significa solo l'aumento del numero e dei fondi delle borse di studio, ma anche servizi per gli studenti, per l'accesso alla cultura, per la mobilità, sia per gli universitari che per i medi, anche se con le dovute differenze".
Scuola pubblica. Ma le strade torneranno a riempirsi anche delle voci di dissenso allo smantellamento della scuola pubblica, dopo le ultime esternazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. I ragazzi del movimento non vogliono però farsi dettare tempi e azioni delle loro proteste "dall'alto". "Non esiste un momento dell'anno in cui si parla di istruzione e un momento in cui si tiene da parte - prosegue Jacopo Lanza - Quando la politica viene fuori con discorsi totalmente assurdi non possiamo non rispondere. Ma la difesa scuola pubblica non passa solo per la protesta ma anche per la costruzione di percorsi propositivi, come l'Altrariforma, e la richiesta di un nuovo welfare studentesco".
"Ci siamo seriamente stufati di dover difendere continuamente la scuola pubblica dagli attacchi del presidente del Consiglio - scrive, invece in un comunicato la Rete degli Studenti - il carattere pubblico di scuola ed università non deve essere messo in discussione né con le parole né con le riforme, è alla base della nostra Costituzione e del nostro Paese. Se il presidente Berlusconi è di un altro parere non può governare l'Italia e lo preghiamo di andare a casa".
Scuole elementari. Mercoledì 20 alle 15, invece, saranno insegnanti e genitori delle scuole elementari della Capitale a manifestare per chiedere il ritiro dell'ultima tranche di tagli agli organici previsti dal ministero dell'Istruzione, che il prossimo anno vedranno scomparire solo nelle scuole primarie del Lazio circa mille insegnanti.
Il Coordinamento delle scuole elementari di Roma ha, infatti, organizzato un presidio di protesta sotto il ministero dell'Istruzione di viale Trastevere, a cui parteciperanno anche i Cobas e l'Flc-Cgil. Tra gli effetti "pesantissimi e insostenibili" dei tagli denunciati dal Coordinamento, la progressiva scomparsa dei docenti specialisti in lingua inglese, la riduzione del tempo pieno, lo smembramento di alcune classi e il conseguente sovraffollamento delle altre. Conseguenze "gravi" che hanno spinto genitori, insegnanti e personale Ata della scuola Pietro Maffi di Torrevecchia a occupare l'istituto, da questa mattina fino a domani. "Dai noi è previsto il taglio di una classe funzionante a tempo pieno e di 5 insegnanti - spiega Domenico Montuori, dirigente amministrativo - Il che significa che dovremo smembrare una seconda elementare e dividere i bambini nelle altre. Inoltre, ci verranno concesse solo 4 prime, a fronte delle 5 richieste, che per forza di cose saranno dunque di 27 alunni e non ci consentiranno di rispettare il tetto dei 20 studenti previsto nelle classi frequentate da bambini con disabilità gravi". Ma non è tutto: "Per il prossimo anno non ci sono stati assegnati docenti specialisti di inglese, quindi a insegnare la lingua saranno anche maestri poco esperti, che hanno fatto corsi di formazione di poche ore". Un problema comune a moltissimi istituti romani, anche perché, come segnala il segretario della Flc Cgil di Roma e Lazio, Anna Fedeli, "in tutta la Provincia di Roma sono rimasti ormai solo 98 insegnanti specialisti (finora erano 445) e andiamo verso la totale estinzione".
Sapienza. In fermento anche la Sapienza, il cuore e la testa delle mobilitazioni studentesche d'autunno dove il dissenso però non si ferma. Su un fronte tutto interno si muove la petizione e la raccolta firme lanciata dal coordinamento universitario Link Roma, che va di pario passo con l'azione politica proposta a livello nazionale. Una campagna, lanciata a un anno esatto dalla nascita del nucleo capitolino del sindacato studentesco, per opporsi ai modi e alla sostanza con cui alla Sapienza si sta procedendo all'adeguamento dello Statuto alla nuova riforma targata Gelmini. Dietro lo slogan "Noi non ci adeguiamo", i ragazzi di Link hanno lanciato "dieci proposte, alcune provocatorie altre pratiche - spiega Elena Monticelli di Economia - per sottolineare che la Commissione chiamata a rivedere lo statuto è antidemocratica e non tiene conto delle voci del movimento. Inoltre, anche se riteniamo che la riforma non sia emendabile, abbiamo deciso di avanzare comunque delle ipotesi di revisione per evitare di dire no e basta".
Ecco in breve le proposte:
1. L'ingresso come esterni nel Consiglio di Amministrazione, previsti dalla legge, di un precario, Don Ciotti di Libera, Giulio Marcon di Sbilanciamoci.
2. L'elezioni del rettore a suffragio universale.
3. Una rappresentanza studentesca nei dipartimenti, dove si prenderanno importanti decisioni sulla didattica.
4. L'istituzione di un Consiglio degli Studenti.
5. Assemblee di facoltà obbligatorie con sospensione della didattica.
6. L'istituzione del referendum studentesco come strumento di ratifica di decisioni altrimenti imposte dall'alto.
7. L'obbligo di discutere negli organi competenti le proposte frutto dell'iniziativa studentesca.
8. Il bilancio partecipato come forma di trasparenza.
9. L'istituzione dello Statuto dei diritti e dei doveri degli studenti.
10. Più trasparenza nella gestione degli organi istituzionali con documenti liberamente accessibili a tutti.
di VIOLA GIANNOLI e SARA GRATTOGGI
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/04/18/news/flash_mob_e_blitz_da_domani_gli_studenti_tornano_in_piazza-15089616/
. .
Nessun commento:
Posta un commento
Eseguiamo Siti e Blog a prezzi modici visita: www.cipiri.com