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martedì 6 dicembre 2016

VERITA' per GIULIO REGENI


Giulio Regeni era un cittadino italiano e uno studente di dottorato presso l’Università di Cambridge, nel Regno Unito. Stava conducendo una ricerca sui sindacati indipendenti in Egitto nel periodo successivo al 2011, quando finì il governo di Hosni Mubarak.


Era al Cairo per svolgere la sua ricerca quando, il 25 gennaio 2016, il quinto anniversario della “Rivoluzione del 25 gennaio”, è scomparso. Il suo corpo, con evidenti segni di tortura, è stato ritrovato nove giorni dopo, il 3 febbraio, in un fosso ai bordi dell’autostrada Cairo-Alessandria. Da allora è partita una grande campagna e migliaia di persone, enti, scuole, media hanno esposto striscioni con la richiesta di verità per Giulio Regeni.
Firma i cinque appelli per salvare delle vite e portare giustizia.


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Nel 2013 Edward Snowden ha condiviso con la stampa documenti dei servizi segreti degli Stati Uniti, rivelando come i nostri governi monitorassero i nostri dati personali, tra cui le nostre telefonate, la nostra posta elettronica e molto altro ancora.

Le azioni intraprese da Snowden hanno dato vita a un dibattito globale che ha generato un cambiamento delle leggi e una tutela della nostra privacy. Tuttavia, egli è costretto a vivere in esilio ed è stato condannato a scontare diversi decenni di carcere.

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“È a causa di questo desiderio per l’oro che vogliono rubare la mia terra”

Máxima Acuña non mollerà! Questa contadina del nord del Perú, ha subito violente persecuzioni e minacce della polizia locale per essersi rifiutata di abbandonare la terra dove vive con la sua famiglia. Vogliono costringerla a lasciare la sua casa. Ma lei non andrà da nessun’altra parte.

ANCHE PER
Il 9 maggio 2016 Bayram Mammadov e Giyas Ibrahimov hanno osato criticare pubblicamente lo stato scrivendo un messaggio di sfida sulla statua dell’ex presidente dell’Azerbaigian il giorno prima delle celebrazioni per l’anniversario della sua nascita. Il giorno seguente, il 10 maggio 2016, i due giovani sono stati arrestati e imprigionati con false accuse legate alla droga. Entrambi sono stati picchiati perché confessassero di avere con sé dell’eroina. Il 25 ottobre Giyas è stato condannato a 10 anni di carcere, mentre il processo contro Bayram è ancora in corso.

Chiedi al presidente dell’Azerbaigian di liberare subito Bayram e Giyas.

ANCHE PER
Ilham Tohti, stimato professore universitario, ha lavorato instancabilmente per costruire ponti tra le varie comunità etniche della Cina. Si è sempre opposto alla violenza, cercando di incoraggiare la cooperazione e la comprensione. Ma ora è imprigionato a vita, con l’accusa assurda di aver fomentato l’odio etnico.

Attivati subito: chiedi alla Cina di rilasciare immediatamente Ilham Tohti!


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