BONACCINI STRAVINCE E GLI ROVINA LA FESTA… IL LEGHISTA PASSA DA “STRAVINCIAMO” A UN DECOUBERTIANO “ALMENO C’E’ STATA PARTITA”… NON BASTA LA VITTORIA IN CALABRIA (DOVE PERO’ LA LEGA DIMEZZA I VOTI)!
Doveva essere il muro da abbattere. Doveva essere il trofeo da sbandierare in mondo visione per dare la spallata definitiva al governo “dei Conte, dei Di Maio e dei Renzi”. La festa era già pronta. Da giorni i leghisti erano tutti sparati: “Citofoneremo a Palazzo Chigi
e faremo sloggiare Giuseppe Conte”. Boom.
Tutto questo non si verificherà perché Matteo Salvini si ritrova davanti alla prima sconfitta vera da quando è segretario della Lega. E in un amen il Capitano
del fu Carroccio si trasforma nel principe del fair play.
Eccolo materializzarsi nella sala stampa dello Zanhotel, nella periferia di Bologna, già a mezzanotte. Salvini è scuro in viso e con gli occhi lucidi. Per oltre un’ora è stato chiuso in una camera dell’albergo a ragionare sul da farsi. Scendere o non scendere in sala stampa? Metterci la faccia o non metterci la faccia? Lo staff si aggira spaesato nella hall di questo albergone. “I dati sono preoccupanti, in provincia di Piacenza c‘è un’affluenza bassissima”.
Alla fine la Bestia di Luca Morisi decide che lui, Matteo, debba dire qualcosa. Lui, Salvini, non si aspettava questi numeri. Era anzi convinto, come ripeteva da giorni, “di vincere, vincere, vincere”.
Si era giocato un caffè con mezza regione, una cena con diversi amici, era insomma sicuro di destabilizzare il sistema politico. Ora si ritrova davanti una sala stampa stracolma di giornalisti, senza un colonnello al suo fianco, e senza la candidata “Lucia” che, secondo molti, è stata l’anello debole di questa campagna elettorale. Non a caso la lista della candidata governatrice si ferma al 2 per cento.
Frastornato dalle percentuali di Bonaccini, Salvini guarda in faccia tutti i cronisti e la mette così: “Chiunque vincerà che sia Lucia o Stefano, vorrà dire che avrà meritato,
perché il popolo ha sempre ragione”.
E’ il discorso di chi non è ancora consapevole della sconfitta, di chi vuole provare a esternare un messaggio moderato: “In Emilia Romagna è stata una cavalcata eccezionale commovente e sono orgoglioso. Per me è un’emozione che dopo 70 anni ci sia stata una partita qui”.
Questa volta il principe della propaganda si accontenta di partecipare.
Non basta prendere di mira l’ex compagno di avventure del governo gialloverde, vale a dire Luigi Di Maio, quando appunto Salvini sottolinea che “il M5S è scomparso in Emilia Romagna e Calabria. Due regionali nelle quali è nato”.
E di certo non basta la vittoria in Calabria dove la candidata, Jole Santelli, non è leghista, e dove la spinta arriva dai partiti della coalizione di rito moderato mentre la Lega dimezza i voti.
Ecco, Salvini è ferito e sconfitto e si comprende quando ripete: “Se perderemo in dirittura d’arrivo? nella vita si vince e si perde e quindi se vinco sono felice, se perdo sono ugualmente felice anzi lavoro il doppio, visto che qualcuno da’ la Lega per morta da 20 anni, deve aspettare almeno i prossimi 20 anni per vedermi stufo e stanco”.
Che significa tutto o niente. E allora forse ha ragione una giovane attivista presente in sala: “Più di così non si poteva fare”.
Ecco perché dopo avere ringraziato tutti non risponde ai giornalisti
e si rifugia in camera. Sconsolato e sconfitto.
(da “Huffingtonpost”)
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