No alla modifica della Legge Elettorale con premio al 42,5%
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L'euro è il dito, ma
la UE è la luna, la sua parte
nascosta, di cui si sa poco o nulla. L'italiano è più a conoscenza dei
dibattiti del Senato americano che delle decisioni prese a Bruxelles.
Forse perché non c'è molto da dire di un luogo che assomiglia a un club
Med, a
un dolce esilio dei trombati alle elezioni
nazionali come Mastella. L'annullamento della politica europea,
sostituita nei fatti da un'unione bancaria europea, non è quello che
volevano i padri fondatori Adenauer, De Gasperi, Monnet e Schuman.
L'Europa non è una banca, ma una somma di popoli e di civiltà
millenarie. Prima dell'euro era necessario creare le fondamenta di
regole comuni, ad esempio di politiche per la Difesa e per la fiscalità.
Siamo passati dall'Europa di Giulio Cesare e Carlo Magno all'Europa
dello spread.
I partiti italiani usano la UE come un alibi, alla
bisogna, quando serve, come per la Tav in Val di Susa, che in realtà non
vuole più nessuno in Europa, oppure la ignorano completamente, come
avviene per il falso in bilancio,
la legge anti corruzione (che ci
viene chiesta dal 1999), il conflitto di interessi, l'elezione di condannati in Parlamento e per tutte le immani porcate per le quali siamo "
calpesti e derisi".
Il potere della UE è sanzionatorio: se non applichi le sue direttive
paghi la multa. Se, ad esempio, non si ottempera alle direttive in
materia di ambiente, il cittadino italiano (incolpevole) paga multe
salatissime. L'Italia è sanzionata ogni anno per centinaia di milioni di
euro per truffe ai danni della UE. Primatista assoluta. Multare il
cittadino incolpevole (le tasse alla fine le paga lui) a causa
dell'inefficienza e della corruzione della politica è come bastonare
un asino sfinito dalla mola. Il "
Dio lo vuole" delle Crociate è stato sostituito dai partiti con "
L'Europa lo vuole",
anche quando quest'ultima non vuole proprio nulla, come nel caso degli
inceneritori nati come i funghi (specie amanita falloide) in Italia,
ribattezzati "
termovalorizzatori" dai pdimenoellini, che alla
forma ci tengono. I soldi dell'Europa, mitici e inesistenti. I fondi
europei, grande presa per i fondelli. Ogni anno destiniamo alla UE circa
12 miliardi di euro, ne ritornano, quando va bene,
nove che, in prevalenza, finiscono alle Regioni dove le mafie sono più
presenti: Campania, Calabria e Sicilia. I tre miliardi di differenza
vanno altrove. E' l'Italia a finanziare la UE, non il contrario.
E ora,
di fronte al colpo di Stato del cambiamento della legge elettorale
in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza per impedire
a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis, la
UE tace. Chissà forse ci farà una multa per divieto di sosta a Montecitorio. La Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto ha sancito nel 2003 che "gli
elementi fondamentali del diritto elettorale, e in particolare del
sistema elettorale, la composizione delle commissioni elettorali e la
suddivisione delle circoscrizioni non devono poter essere modificati
nell’anno che precede l'elezione, o dovrebbero essere legittimati a
livello costituzionale o ad un livello superiore a quello della legge
ordinaria". C'è del marcio a Bruxelles. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere.
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