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giovedì 30 gennaio 2014

Terra dei fuochi : annullare la prescrizione per il reato di disastro ambientale (art.434 c.p)


Terra dei fuochi :
annullare la prescrizione 
per il reato di disastro ambientale (art.434 c.p)

Terra dei fuochi :annullare la prescrizione per il reato di disastro ambientale (art.434 c.p) La tematica della prescrizione dei reati ambientali si lega alla questione relativa all'inclusione degli stessi nel novero dei cd reati permanenti. In assenza di una specifica definizione legislativa ,l'individuazione dei caratteri propri di tale categoria di reati è stata operata al livello dottrinale e giurisprudenziale prendendo le mosse dall'unico appiglio normativo,costituita dall'art.158 c.p. sulla "Decorrenza della prescrizione":Tale norma stabilisce che per il reato permanente o continuato la prescrizione decorre "dal giorno in cui è cessata la permanenza o la continuazione".

Si può affermare ,dunque,che il tratto caratterizzante del reato permanente è costituito dal fatto che l'evento lesivo e la sua consumazione perdurano per un certo periodo di tempo:l'offesa al bene giuridico tutelato si protrae nel tempo per effetto di una condotta persistente o volontaria del soggetto agente. Mentre quindi il reato istantaneo si consuma con unico atto in un preciso momento temporale,il reato permanente è caratterizzato da un'ininterrotta attività dell'agente (Cassazione Penale 47630/2008),di modo che la condotta e l'evento si presentano come un complesso unitario,sostenuto dalla volontà di protrarre nel tempo la violazione .

 La consumazione del reato permanente coincide conseguentemente con la cessazione della permanenza stessa,e cio' costituisce la distinzione principale rispetto al reato istantaneo. L'individuazione del momento di consumazione del reato assume grande rilevanza nell'ambito dei reati in materia urbanistica ed edilizia poiché essa ha ricadute sull'individuazione del momento in cui inizia a decorrere il termine prescrizionale. La giurisprudenza unanime include gli illeciti ambientali nel novero dei reati permanenti ;si legge infatti in Cassazione Sezioni Unite Penali (12878/2003) che "i reati edilizi hanno natura permanente e la relativa consumazione perdura fino alla cessazione delle attività abusiva". Si aggiunga che secondo quanto stabilito dalla Legge 5 dicembre 2005 n°251 (cd. Ex Cirielli),il criterio di calcolo del termine prescrizione è ancora il tempo di maturazione della stessa al massimo della pena edittale stabilita dalla legge,con il correttivo costituito dalla fissazione di un minimo di 6 anni se si tratta di delitto e di 4 anni per le contravvenzioni.

la prescrizione per il reato permanente- anche ai sensi dell'art.158 c.p.- decorre,attualmente,dal compimento dell'azione che interrompe la condotta illecita ovvero,se la permanenza non risulti cessata,dalla data della sentenza di primo grado. Evidentemente,tanto produce evidenti distorsioni nel perseguimento degli illeciti ambientali posto che: -mediamente l'attivita' di indagine per i reati ambientali impegna un periodo pari a 2/4 anni; -la celebrazione del primo grado di giudizio arriva ad impegnare anche 6/7 anni -la definizione dell'intero procedimento supera,in molti casi,anche i 10 anni la prescrizione interviene,in molti casi ,già nel primo grado di giudizio per diventare,in modo quasi sistematico nei gradi successivi,la via di fuga assicurata di coloro i quali,anche avendo ampie disponibilità economiche da spendere nella vicenda giudiziaria,possono utilizzare la lungaggine processuale al fine i procurarsi una sostanziale impunità rispetto ai reati commessi.

 Il dato centrale è dunque duplice: -individuare il momento consumativo del reato,che non può che coincidere con la verificazione dell'evento lesivo per la salute pubblica e non con gli atti diretti a cagionare il disastro ambientale -individuare il tempo di commissione del reato che,non puo' ritenersi arrestato alla mera cessazione della condotta antigiuridica(anche per effetto dell'intervento dello stato)ma che deve necessariamente considerarsi perdurare fino alla completa e definitiva rimozione degli effetti lesivi prodotti dalla stessa condotta antigiuridica . diventa di fatto indispensabile-onde evitare che si pervenga con estrema facilità a dichiararsi la prescrizione per un reato tanto grave e devastante per la salute pubblica - ,arrivare ad un intervento del Legislatore che puntualizzi il dato per il quale la permanenza del reato non cessa con il compimento dell'azione che interrompe la condotta illecita,ma perdura fino alla rimozione degli effetti conseguiti alla condotta stessa. Sarebbe opportuno che il Legislatore- utilizzando la teoria del cd. doppio binario che trova largo uso nei reati di mafia -intervenga sulla norma facendo obbligo al giudicante di condizionare la concessione di qualsivoglia beneficio alla documentata rimozione del pericolo per la pubblica incolumità,gravando lo stesso reo della prova della bonifica del territorio interessato dalle attività antigiuridiche di cui all'art.434 del c.p.

Due ,all'uopo,possono essere gli interventi ipotizzabili : - Arrivare alla introduzione di una specifica fattispecie di reato,cristallizzando il delitto di disastro ambientale attraverso l'introduzione di un nuovo articolo 434 bis c.p. "Disastro ambientale" - Modificare l'art.434 c.p aggiungendo la previsione speciale della perduranza del reato fino alla rimozione degli effetti antigiuridici della condotta antigiuridica perseguita.

To:

al ministro dell'ambiente

Terra dei fuochi :annullare la prescrizione per il reato di disastro ambientale (art.434 c.p) Sincerely,

[Your name]

FIRMA QUI :  http://www.change.org/petitions/al-ministro-dell-ambiente-terra-dei-fuochi-annullare-la-prescrizione-per-il-reato-di-disastro-ambientale-art-434-c-p?fb_action_ids=10202380497708076&fb_action_types=change-org%3Arecruit&fb_ref=__nmHsZyxVzg&fb_source=other_multiline&action_object_map=%5B289042144577129%5D&action_type_map=%5B%22change-org%3Arecruit%22%5D&action_ref_map=%5B%22__nmHsZyxVzg%22%5D


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lunedì 27 gennaio 2014

SOSTEGNO DEI DISOCCUPATI OVER 35


La DISOCCUPAZIONE MATURA è una piaga sociale che nasce da una discriminazione in atto, di cui ancora non esiste piena consapevolezza. Il numero dei disoccupati tra i 35 ed i 65 anni è in costante aumento (3 milioni e 500 mila individui, tra disoccupati ed inattivi). Le offerte di lavoro, le poche disponibili, sono quasi esclusivamente riservate agli under 35. E' una discriminazione che deve finire! Chiediamo solo pari opportunità ed essere valutati in base a competenze ed esperienze e non scartati sulla base della sola età anagrafica. Chiediamo di essere ancora utili alla società e di continuare a sostenere le nostre famiglie.

A:

On. E. Letta, Presidente del Consiglio Repubblica Italiana On. E. Giovannini, Ministro del Lavoro e Politiche Sociali On. F. Saccomanni, Ministro dell'Economia e Finanze Prof.ssa Maria Cecilia Guerra, Ministro con delega alle Pari Opportunità Al Presidente del Consiglio On. Enrico Letta

e per competenza:

Ministro del Lavoro e Politiche sociali On.Enrico Giovannini

Ministro Economia e Finanze On. Fabrizio Saccomanni

Ministro con delega alle Pari Opportunità On. Cécile Kyenge

Egregi Onorevoli,

a causa dei recenti sviluppi della situazione economica in cui versa il nostro Paese, che ha causato la chiusura di ben 146.000 aziende nel 2012 (fonte Unioncamere), si è maggiormente acuito un fenomeno già esistente, ma che la politica stenta a riconoscere: LA DISOCCUPAZIONE MATURA.

I dati ISTAT riportano al 31 marzo 2013 un numero totale di disoccupati tra i 15 e i 64 anni pari a 2 milioni 950 mila (con un tasso di disoccupazione su base annua pari all'11,2% della popolazione).

Ma il dato significativo è il numero dei disoccupati tra i 15 ed i 24 anni. Dalle pubblicazioni ISTAT si legge esattamente: "Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 635 mila e rappresentano il 10,5% della popolazione in questa fascia d'età"

Di "sole" 635 mila unità, aggiungiamo noi, perchè è evidente il dato per cui in Italia esistono ben 2 milioni e 315 mila individui tra i 24 ed i 65 anni disoccupati, ai quali vanno aggiunti coloro che risultano inattivi: (fonte ISTAT 2012) "La somma degli inattivi disponibili a lavorare e degli inattivi che cercano ma non disponibili rappresenta le cosiddette “forze di lavoro potenziali” che, nel 2012, ammontano a 3 milioni 86 mila" (a cui vanno sommati i disoccupati).

Tra gli inattivi disponibili ma che hanno rinunciato a cercare lavoro, risultano tra i 35 e i 74 anni 1 milione e 765 mila individui, quindi circa il 50% del totale degli inattivi.

Per cui è facile dedurre (non possiamo che "dedurre" dal momento che l'ISTAT non fornisce un dato chiaro e definito del totale tra disoccupati e inattivi, tra i 35 ed i 64 anni) sulla base di questi numeri, che esistono in Italia circa 3 milioni e 500 mila individui (3 milioni e 500 mila di FAMIGLIE) a cui non viene data alcuna possibilità di trovare un lavoro e che rappresentano oltre la metà del totale degli individui tra disoccupati e inattivi.

Non capiamo come questo numero lasci del tutto indifferente la politica, che invece si concentra esclusivamente sulla disoccupazione giovanile, su un dato che include, tra l'altro, giovani dai 15 anni ai 18, una fascia di età raramente produttiva e impegnata in attività scolastica e il più delle volte ancora a carico dei genitori MATURI.

Noi intendiamo portare in evidenza il problema che sta assumendo dimensioni gravissime. Al numero dei disoccupati ed inoccupati tra i 35 anni e i 65 anni, infatti,si aggiungono tutti gli ex imprenditori costretti a chiudere le loro aziende, o i liberi professionisti che hanno dovuto chiudere la partita iva, sommersi dalle tasse.

Parliamo di fonti di sostentamento familiare venute meno, parliamo di minori ancora da scolarizzare, di consumi ridotti all'osso, di case pignorate a causa dell'insolvibilità verso le banche e nei casi più estremi di suicidi.

Perchè, per quanto sia importante l'occupazione giovanile, sono le generazioni tra i 35 ed i 64 anni che rappresentano la base dei consumi nel nostro Paese.

Per non parlare del sistema pensionistico. Oggi un lavoratore di 50 anni con 30 anni di contributi, potrà percepire la pensione solo al raggiungimento dei 44 anni contributivi e a 65 anni, e quindi SOLO nel 2027!! Ma se la sua vita lavorativa risulta finita ed ha oggettive difficoltà a trovare lavoro, alla pensione non potrà mai accedervi, regalando all'INPS 30 anni della sua vita.

Una discriminazione che ha avuto origine dall'eccessivo peso del costo del lavoro unito alle agevolazioni contributive previste per i contratti di apprendistato, oramai gli unici che vengono sottoscritti, anche quando non "veritieri" (che agevolano oggi lavoratori dai 18 ai 29 anni e 364 giorni, quindi 30, con le dovuti eccezioni nelle regioni in cui è stato esteso fino ai 35 anni). La piccola e media azienda, quella libera dai controlli dello Stato e dei sindacati, ha via via scelto di ridurre i costi del lavoro a discapito dell'esperienza e della produttività, creando una forma mentis che ha escluso di fatto potenziali lavoratori over35.

Per avere conferma di ciò è sufficiente visionare qualunque sito di offerta di lavoro o annunci sui principali quotidiani, per rendersi conto che la realtà è ben diversa da quella su cui la politica opera le proprie soluzioni.

Sulla base di questo noi cittadini disoccupati over 35 chiediamo vengano realizzate alcune procedure per incentivare l'assunzione di over35 e finalmente porre fine ad un'evidente discriminazione:

1) Chiediamo un collocamento obbligatorio attraverso una lista di iscrizione ai CIP, anche ad uso transitorio per un periodo non inferiore ai 24 mesi, riservata ai disoccupati tra i 35 e i 65 anni, con punteggio assegnato sulla base di anni di anzianità lavorativa, competenza, reddito, numero familiari a carico, stato di disoccupazione, dalla quale le aziende (di qualunque dimensione) saranno obbligate ad attingere in caso di assunzione, con un rapporto pari a 1 ogni 2 dipendenti di età inferiore.

2) Prevedere ed incentivare (anche con bonus economici) la formazione "interna" alle aziende dei giovani attraverso dipendenti con esperienza accreditata e di lunga durata, evitando così di disperdere fondi in corsi di formazione "esterni" molto spesso inutili e fantasma, favorendo l'integrazione tra generazioni diverse e tra i diversi approcci lavorativi.

3) Rivedere lo stato pensionistico contributivo, prevedendo eccezioni, per i disoccupati over 50 e con un minimo di anni di contributi già versati, con oltre 12 mesi di disoccupazione ai quali non risulta essere pervenuta nessuna offerta di lavoro nel tempo indicato, dando la possibilità di scegliere tra l'emissione immediata di un minimo di sostegno pensionistico o continuare con il sistema in corso di accumulo contributivo (nell'ipotesi di assunzione futura).

4) Promuovere una campagna presso le aziende, di sostegno al lavoratore "maturo", attraverso il Ministero delle pari Opportunità, per restituire valore produttivo, dignità e utilità a chi ha più di 35 anni finalizzata a modificare i preconcetti e ridurre la discriminazione esistenti verso questa categoria.

I DISOCCUPATI OVER 35 Associazione ATDAL Over 40 Cordiali saluti, [Il tuo nome]

FIRMA QUI :   http://www.change.org/it/petizioni/a-sostegno-dei-disoccupati-over-35
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ABOLIZIONE LEGGE GASPARRI E TUTELA CONTRO L'ELETTROSMOG


Al Ministero dell’Ambiente, dell’Istruzione, della Salute e dello Sviluppo Economico

In data 27 dicembre 2013 , nel terreno di un privato cittadino del Comune di Pedavena , Belluno, alle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, in una zona ad alta densità abitativa, vicino ad una scuola dell’infanzia ed alla biblioteca civica, veniva installata un’antenna Telecom “BU-33” per trasmissione dati (4G) contro la volontà della popolazione (erano state raccolte 800 firme in quattro giorni nell’autunno 2012) e contro la volontà dell’amministrazione comunale che , in tal senso, aveva deliberato all’unanimità.

Delibera successivamente impugnata da Telecom per abuso di potere tramite ricorso al T.A.R., ma vinta dallo stesso comune di Pedavena nell’estate 2013.

Ciò è potuto avvenire solo in ottemperanza al dettato del Decr. Legisl. 259/2003 (Legge Gasparri).

In tutta Italia esistono crescenti e numerosi esempi di opposizione a questo tipo di installazioni in primis per motivi di salvaguardia della salute pubblica e della tutela del paesaggio, non ultimo dell’interesse puramente economico legato al diritto di godimento di una proprietà.

Ritenendo non indispensabile l’investimento di milioni di euro per la realizzazione di questi apparati tecnologici, senza tener conto che lo IARC (International Agency for Research on Cancer) nel 2011 ha classificato i campi elettromagnetici di radiofrequenza come possibili cancerogeni di “classe 2B” ,e soprattutto, avendo ben presente l’Appello di Friburgo del 2002 redatto e sottoscritto da un gruppo internazionale di medici e studiosi tra i più stimati nel mondo scientifico

CHIEDIAMO

Il rispetto del principio di precauzione (di cui all’art.191 paragrafo 2 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) ;

Una riduzione dei valori di esposizione innalzati nel 2012 all’interno del “decreto sviluppo-bis”, art.14 decreto-legge n.179 del 2012 da 6V/m a “0,6 V/m e nel medio termine ridurli a 0,2V/m” come espresso dal rapporto Bioinitiative 2012 e dall’ICEMS (International Commission for electromagnetic safety) citati anche dal Consiglio d’Europa e dal Parlamento europeo;

Programmazione di periodici controlli sulle emissioni e sanzionare le inadempienze;

Programmazione di adeguati investimenti su metodologie più sicure per la salute dell’uomo come reti via cavo in fibra ottica che ad oggi rappresentano l’unica tecnologica per trasmissione voce e dati efficiente e priva di controindicazioni per la salute dell’uomo;

Programmazione della sostituzione delle antenne con la metodologia sopra citata;

Garanzia della tutela della salute dell’uomo (art. 32 Costituzione) e la salvaguardia degli aspetti paesaggistico-ambientali dell’intero territorio nazionale (art. 9 Costituzione);

Che parte degli utili derivati dall’extragettito della gara LTE , 4 M€ sono quelli ottenuti contro una previsione di 2,4 M€, vengano destinati alla ricerca scientifica sugli effetti dei campi elettromagnetici di radiofrequenza sugli esseri umani e per l’implementazione della fibra ottica.

A:

Ministero dell’Ambiente,  Ministero della Salute,  Ministero dello Sviluppo Economico,  Ministero dell'Istruzione,

 ABOLIZIONE LEGGE GASPARRI TUTELA CONTRO L'ELETTROSMOG
 E RIORDINO DELLA NORMATIVA SULLA INSTALLAZIONE
 DI ANTENNE CELLULARI RADIOBASE

Cordiali saluti, ,
[Il tuo nome]

firma qui : http://www.change.org/it/petizioni/ministero-dell-ambiente-abolizione-legge-gasparri-e-tutela-contro-l-elettrosmog?share_id=oCTwyvszQv&utm_campaign=friend_inviter_chat&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition&utm_term=permissions_dialog_true

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lunedì 20 gennaio 2014

Firmare questa petizione : Marijuana ed eroina non sono la stessa cosa


Marijuana ed eroina non sono la stessa cosa. 

 La Fini-Giovanardi venga dichiarata illegittima.

In Italia una legge del 2006 voluta da Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi ha equiparato l'hashish e la marijuana a cocaina ed eroina. Sono un medico e ho coltivato marijuana a fini terapeutici e di ricerca: per questo motivo la Fini-Giovanardi, sulla cui legittimità verrà presto pronunciato un verdetto dalla Corte Costituzionale, mi ha fatto finire in carcere.

Al 30 settembre 2013 su circa 64 mila detenuti ben 25 mila erano dentro per la violazione della legge sulla droga. Nel 2012 secondo il Dipartimento delle politiche antidroga il 77 per cento delle segnalazioni fatte dai prefetti ai Sert competenti ha riguardato la cannabis.

La criminalità organizzata inoltre, gestisce da sempre parte importante dei traffici e della vendita delle droghe leggere.

Il prossimo 11 febbraio la Corte Costituzionale a seguito di un’ordinanza della Corte di Appello di Roma e della Cassazione, affronterà la questione della legittimità costituzionale della legge Fini-Giovanardi e deciderà se abolire o meno la norma che ha parificato le pene per la detenzione e lo spaccio delle droghe leggere a quelle previste per la detenzione e lo spaccio delle droghe pesanti. La Corte di Appello ha posto dubbi di legittimità costituzionale della legge Fini Giovanardi sotto l’aspetto procedurale, di merito e di violazione della normativa europea (dove per le sanzioni penali relative alle droghe pesanti e leggere viene delineato un regime sanzionatorio diverso, in quanto il loro grado di dannosità è differente).

Mi chiamo Fabrizio e sono un medico specializzato in chirurgia vascolare. Ho iniziato a coltivare per ricerche terapeutiche e per curarmi dall’epatite C, contratta sul lavoro nel 1997, quando operai in emergenza a bordo dell’ambulanza un paziente col virus. Dopo essermi autodenunciato per coltivazione di cannabis, sono stato arrestato per mesi in attesa di giudizio e dunque condannato a 6 anni e al pagamento di 30mila euro di multa più le spese processuali, con interdizione perpetua dai pubblici uffici.

In Italia con la legge Fini-Giovanardi abbiamo riempito le carceri e alimentato il traffico illegale. Depenalizzando la coltivazione domestica di cannabis e il possesso di quantità medie di droghe svuoteremmo le carceri.

Chiedo che venga abolita la norma che ha parificato il trattamento sanzionatorio di droghe leggere e droghe pesanti.

L’abuso di droghe leggere produce indubbiamente effetti nocivi, ma non in maggior misura di quelli determinati dall’abuso di alcol e tabacco. Nel 2013 gli Stati di Washington e Colorado negli USA hanno legalizzato attraverso un referendum popolare il consumo personale di marijuana e in Uruguay a breve la marijuana verrà venduta direttamente sui banconi della farmacia. Si calcola che, lo Stato del Colorado, guadagnerà circa 60milioni di dollari grazie al commercio legale di cannabis, il quale comporterà una notevole diminuzione dell’importazione di marijuana dal Messico, e quindi la distruzione di un importante mercato illegale.

Perché non intraprendere anche in Italia una politica di riduzione delle pene per la detenzione delle droghe leggere, fino alla completa cancellazione delle sanzioni amministrative per i consumatori dei derivati della cannabis? Normare la distinzione del trattamento sanzionatorio tra droghe leggere e droghe pesanti svuoterebbe le carceri e danneggerebbe seriamente la criminalità organizzata, in favore di un guadagno delle casse dello Stato.

Chiedi insieme a me alla Corte Costituzionale di dichiarare la Fini-Giovanardi illeggittima.

 FIRMA QUI  https://www.change.org/it/petizioni/corte-costituzionale-marijuana-ed-eroina-non-sono-la-stessa-cosa-la-fini-giovanardi-venga-dichiarata-illegittima?utm_source=action_alert&utm_medium=email&utm_campaign=46214&alert_id=esAqcNTIWu_QgOJZXoiHK
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